Il primitivo edificio era la sede del Senato Calatino la cui costruzione fu iniziata nel 1483 e completata dell’anno seguente. Non si conosce l’autore, ma al suo abbellimento, nella seconda metà del ‘500, contribuirono con un nuovo portale Giandomenico Gagini (1569) e con sculture ornamentali inserite nel prospetto il figlio Antonuzzo (1583). A seguito delle successive trasformazioni e degli avvenimenti naturali catastrofici, rimangono solo pochi ma significativi frammenti, conservati al Museo Civico al Carcere borbonico. Nel 1584 gli argentieri palermitani Agostino e Giuseppe Sarzana fornirono la porta bronzea dell’Arca dei “Privilegi” della Città oggi esposta anch’essa al Museo Civico al Carcere borbonico.
Nel 1589 il napoletano Scipione Di Guido vi intagliava un sontuoso tetto a cassettoni. Il terremoto del 1693 danneggiò notevolmente l’edificio che andò lentamente in rovina finchè nel 1823 fu trasformato dall’architetto caltagironese Salvatore Marino, in Teatro. L’opera del Marino è attualmente individuabile nella facciata, ad esclusione delle modifiche della scalinata d’ingresso e dell’apertura di due porte laterali fiancheggianti la prima, eseguite nel 1950. Rimasto incompleto il progetto del Marino, si pensò di affidarne il completamento all’architetto Di Stefano di Catania, ma anche il progetto di quest’ultimo non fu realizzato. Nel 1863 l’architetto Giuseppe Di Bartolo di Palermo sistemò architettonicamente i prospetti laterali del Teatro, così come oggi sono visibili. Nel primo ventennio del ‘900 l’architetto Salvatore Fragapane realizzò il bel prospetto posteriore. Negli anni ’50 l’edificio venne completamente modificato all’interno dando luogo alla cosiddetta Galleria Luigi Sturzo. E’ di proprietà del Comune e le destinazioni d’uso comprendono: una Galleria con spazi espositivi, un Ufficio turistico comunale, un bar.
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